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  • : Blog di ilpozzodelleinformazioni
  • : il mio blog vuole essere un sito di scambio di informazioni, è aperto a tutte quelle che persone che vogliono confrontarsi. Amo scrivere qualsiasi argomento catturi la mia attenzione in un preciso momento. Gli argomenti possono essere i più vasti, dall'economia alle ricette. Insomma un blog un pò pazzerello
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  • ilpozzodelleinformazioni
  • Ciao a tutti, sono una mamma di due ragazzi oramai grandi,. Amante degli animali, della giustizia.
Mi definisco una persona molto curiosa, non ho degli hobby precisi,  amo leggere, scrivere, giocare al p.c., dipingere, tutto questo dopo una giornata
  • Ciao a tutti, sono una mamma di due ragazzi oramai grandi,. Amante degli animali, della giustizia. Mi definisco una persona molto curiosa, non ho degli hobby precisi, amo leggere, scrivere, giocare al p.c., dipingere, tutto questo dopo una giornata

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15 ottobre 2015 4 15 /10 /ottobre /2015 14:26

Ci sono dei momenti della vita che non vorresti vivere.

Ho bisogno di scrivere di urlare in questo momento non solo la mia rabbia ma anche tutto il mio dolore.

Quante volte nella vita ci si pone dei perchè?

ora io sono arrivata a questo punto, e mi chiedo perchè ci sia tanta sofferenza nel mio cuore.

Perchè non riesco ad accettare che le persone che ami possano andare via?

Voglio scriverti questa lettera fratellone mio, anche se è una lettera che tu non leggerai mai.

Come tutte le lettere anche questa deve iniziare nel modo più consono quindi:

Caro Franco,

quanto rammarico ho nel cuore, siamo cresciuti in due periodi diversi e in situazioni diverse, tu insieme agli altri fratelli, io per una questione di differenza di età praticamente da sola, come una figlia unica, ma questo non mi ha impedito di amarti ed imparare a conoscerti.

Ricordo ancora quando ero una bimba e vivevamo a Milano, alla mattina nel periodo scolastico passavo davanti alla ditta dove lavoravi e spesso ti vedevo fuori sull'uscio, mi trasmettevi angoscia, riuscivi a trasmettermi uno stato di inquietudine, dovuto alla tua possente statura e corporatura, ho scoperto molto tempo dopo che lo facevi per farmi dispetto.

Sapessi quante volte mi sono nascosta dietro le piante del viale ad aspettare che tu ti spostassi per poter proseguire verso la scuola.

Poi logicamente si cresce, e si impara a capire vari aspetti della vita.

Io e te non siamo cresciuti insieme, ma qualcosa ci ha sempre uniti, soprattutto nella sofferenza, la sofferenza di non aver avuto una famiglia unita a causa della separazione dei nostri genitori, un padre se tale lo si può definire che ti ha procurato solo delle grandi sofferenze sia a te che ai nostri fratelli, meno a me in quanto non ci ho mai vissuto insieme, e tu mi dicevi che ero stata fortunata (e credo che tu abbia sempre avuto ragione).

Ma ora mi trovo qui da sola a scrivere per non dimenticare, un brutto male ti ha portato via da me e dalla tua adorata famiglia in meno di un mese, non ho avuto nemmeno il tempo di dirti quanto di amavo, quanto tu fossi importante per me, quanto fosse vitale sentirti per telefono una volta alla settimana.

Non dimenticherò mai quanto partisti da Milano per trasferiti nelle Marche con la tua famiglia, avevi deciso di vivere in un paese più tranquillo, e fu la decisione giusta per te, sapevo che ci saremmo visti meno, ma questo non avrebbe minimamente cambiato i nostri rapporti.

Quanti Natali e ultimi dell'anno trascorsi felicemente insieme, per non parlare dell'estate, quando venivo a casa tua, andavamo al mare, ti ricordi la casa in campagna? che belle giornate passate a ridere, giocare a carte, prendere il sole, come potremmo mai dimenticare tutto questo?

Ma poi la vita ti mette i bastoni tra le ruote, e quante volte ha cercato di portarti via prima del tempo, ed ogni volta i medici dicevano "lo abbiamo preso per i capelli", ma questa volta non sono riusciti, questo male assurdo non ha voluto lasciarti qui, non ha voluto che potessimo continuare a sentirci.

Sei una persona importante nella mia Francone ( ti ricordi che tutti ti chiamavano così), ora sei in un mondo migliore, dove la sofferenza non esiste, dove puoi andare a pesca, che era la tua passione, (e pensare che liberavi subito i pesci) non hai mai portato a casa un pesce, e di questo spesso ti si prendeva in giro.

Vorrei tanto fratellone mio poterti accarezzare ancora quei riccioli neri, guardare i tuoi occhi colore del mare, sentire i tuoi abbracci e la tua voce tremolante dall'emozione quando ci salutavamo.

Quante cose vorrei ancora, anche se non sono più possibili.

Ma una cosa è sempre possibile, gridare al mondo che ti amo, che non mi scorderò mai di te, che sarò sempre vicino a Daniela e ai tuoi adorati figli, due ragazzi che hanno imparato tanto da te.

Scrivere questa lettera nel web, è come lasciare un impronta della tua vita per sempre, tutti quelli che ti hanno conosciuto sanno che stupenda persona sei.

Ti amerò sempre fratellone mio, e alla sera quando guarderò il cielo stellato, nel brillare di una stella incroceremo il nostro sguardo abbracciandoci per sentirci più vicini.

 

Con amore

 

Barbara

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15 ottobre 2013 2 15 /10 /ottobre /2013 14:33

rosa-blu-copia-1.jpg

 

 

Guarda la tua anima allo specchio,

la vedi !

è lì triste e solitaria, in cerca di una luce

scrutala osservala parlale

non ti risponde

è stanca, vuota, delusa

come una vita stanca la osservi

stanca come le tue braccia

stanca come le tue gambe

stanca come la tua vita

intanto ti   culli nei ricordi di quell’anima

che ora non vuole più vivere.

Guarda la tua anima allo specchio……….

È vuota non ha più forze

 

Forse solo il silenzio ti può aiutare

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1 maggio 2013 3 01 /05 /maggio /2013 14:51

Oggi voglio raccontare la mia storia a tutti gli amanti dei miao miao.

Mi chiamo giovannina, sono una micetta molto sfortunata, almeno lo ero sino a qualche mese fa.

 

Girovacavo per le strade, cercavo un pò di cibo nei sacchetti dell'immondizia.

Un giorno passai davanti ad una casa con giardino, e dissi tra me e me:" qui non c'è nessuno", allora feci un balzo ed entrai; il giardino era grande con molti fiori e piante, mi straiai sotto una di queste per farmi un bel sonnellino.

 

Al mio risveglio decisi di andare in perlustrazione, e con grande sorpresa,  trovai su un grande terrazzo una meravigliosa ciotola colma di croccantini !

Hey ma qui allora qualcuno mi aspettava, lesta lesta divorai quella meraviglia di pappa, e da li non mi spostai mai più.

Avevo pappa fresca tutti i giorni acqua a volontà e una cesta imbottita per fare i miei riposini, un giardino dove correre, cosa potevo volere di più?

 

La mia padroncina  (perchè tale la consideravo visto che oramai vivevo li) mi disse un giorno , Giovannina qui ingrassiamo a vista d'occhio, non è che per caso  aspettiamo dei piccoli!!!!!!!

 

Aveva ragione lei, nel mio piccolo ventre stavano crescendo dei bimbi micio.

 

Ricordo ancora quel giorno che venne a prendermi e mi disse:"da oggi Giovannina non si sta più fuori dovrai stare in casa".

 

Una casa calda comodo, anche qui avevo pappe e coccole, ma soprattutto un grande divano dove dormire.

 

Era un martedì mattina quando mi accorsi di avere dei dolorini strani, mi nascosi in una cesta preparata apposta per me in un angolo ben nascosto, e dopo poco tempo misi al mondo due battuffolini.

 

La mia padroncina lì  chiamò  disperato quello tutto scuro e pallina  quella tutta chiara

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ora i bimbi mici hanno compiuto due  mes, sono sanissimi e fanno tantissimi dispetti, corrono in giro per la casa, quando non c'è in giro quel cagnone grande nero

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eccoci guardateci come siamo carini!!!!!!!!!!!!!

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qui giochiamo sul divano sotto lo sguardo attento della mamma

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Pallina non vuole giocare, pensa sempre a dormire

 

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guardate come sono bella, mi sento una star

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eccoci qui insieme, felici e contenti, mammina dice che siamo un maschietto ed una femminuccia, però non siamo molto sicuri, vedremo fra un po' di tempo.

 

La nostra è una storia semplice, ma abbiamo voluto raccontarvela con queste immagini per ricordare a tutti coloro che abbandonano gli animali, che non sanno quanto amore  perdono.

La nostra mamma è stata fortunata a trovare questa casa, e non ora cresceremo felici sapendo che nessuno ci abbandonerà mai.

A tutti voi che amate gli animali, vi salutiamo con un dolce miao mia.

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17 aprile 2013 3 17 /04 /aprile /2013 07:26

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Dopo innumerevoli tentativi, per evitare di vedere questo meraviglioso film, (sapendo benissimo l'effetto che avrebbe avuto sulla mia emotività) oggi giornata di gran brutto tempo ho deciso che era arrivato il momento di raccogliere tutte le mie forze e di vederlo sino alla fine.

Il film a mio avviso è altamente drammatico sembra sia tratto da una storia vera che racconta di hachiko un cane di razza akita e del suo padrone un professore di musica. A raccontare la storia è il nipote di Parker (Richard Gere) che durante una lezione scolastica su richiesta dell'insegnante , la quale chiede di parlare di un loro eroe, questo ragazzino decide di raccontare la storia di suo nonno e del suo cane.

Tutto inizia presso uno scalo ferroviario , dove arriva una cesta di vimini contentente un cucciolo di cane, ma durante lo scarico e il trasporto la cesta cade ed il cuccuiolo girovaca presso la stazione, qui incontra Parker ,il quale lo prende con se cercando di trovare il suo padrone, prima chiedendo informazioni presso la biglietteria, poi affigendo manifesti per la ricerca, la quale conunque risulta vana.

Dopo varie peripezzie decidono in famiglia di tenere Hachiko con loro, da qui incomincia un rapporto molto stretto tra cane e padrone, tutte le mattine Hachiko accompagna il suo padrone alla stazione ferroriaria e tutte le sere lo aspetta al suo rientro. Hachicko, per indole della sua razza non è un cane da riporto, quindi non riporta mai gli oggetti che gli vengono lanciati.

Una mattina il cane non vuole assolutamente accompagnare il suo padrone alla stazione, e per attirare la sua attenzione prende la pallina che Parker in più di una occasione, aveva tentato di farsi riportare, tutto ciò per evitare che lo stesso prendesse il treno.

Forse per puro presentimento, difatti quel giorno Parker durante una lezione, si sente male, ed il suo malore lo porta alla morte. Da qui inizia la parte veramente più commovente, tutte le mattine hachiko va alla stazione e resta li ad aspettare il suo padrone sino alle ore 17 , orario di rientro dal lavoro.

La figlia di Parker cerca anche di portare il cane con se, ma senza nessun successo, perchè lo stesso riesce a fuggire correndo seguendo la linea ferroviaria sino alla stazione dove attende il rientro del suo padrone.

A questo punto la decisione di lasciarlo libero, Hachiko resta tutto il giorno davanti all'uscita della stazione per ben 10 anni, allontanandosi solo a notte fonda, per ripresentarsi puntualmente alla mattina.

Questa situazione fa si, che molti abitanti del paese, si prendono cura di lui.

La scenografia di questo film è limitata in pochi luoghi casa- ferrovia- teatro - ma la storia gli rende tutto ciò che manca di effetti speciali, è di una semplicità costruttiva ed emotiva.

Un film veramente da vedere consapevoli che non è possibile trattenere le lacrime. Sembra che questo cane sia esistito veramente , che sia nato nel 1923 in una fattoria in Giappone, e che morì nel marzo del 1935, nel luogo dove il cane era solito aspettare il padrone è stata eretta una statua in suo ricordo.

 

 

download

 

 



P.S. Mi auguro solo, che non ci siano genitori che dopo aver visto questo film, comprino al proprio figlio un cane di razza Akito, solo perchè è il protagonista di una storia così commovente.

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3 aprile 2013 3 03 /04 /aprile /2013 14:38

Volteggi  maestosa sulle cime dei monti

Libera da ogni paura,

felice nel  tuo  gridare di gioia

pare  vederti  lambire il sole.

 

Guardarti   mi rende nostalgica

E  invidiosa!!!!!!!

Potessi  anch’io  raggiungerti e con te volare

volteggiare nel cielo .

 

Usare la tua vista per vedere lontanoaquila-in-volo.jpg

 

ricercare  quel volto che svanisce piano piano.

 

Come vorrei  possedere i tuoi artigli

per  aggrapparmi con tutte le forze ad un ricordo che sbiadisce,

lasciandomi cullare tra le nuvole cercherei  Lei

aggrappandomi ai raggi di sole per andare ancora più lontano.

 

Come vorrei anche per un ora sola essere te

splendido  rapace che voli felice e spensierato.

La dove il male non può arrivare


La dove la musica si ode felice


La  dove forse potrei anch’io sentire la sua voce


Come vorrei…………………….


….

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19 marzo 2013 2 19 /03 /marzo /2013 08:07

Camminava lenta e solitaria

Trascinava le sue stanche gambe 
sull’argine del fiume
avvolta nel suo scialle nero
che raccontava tutta la sua vita.

Vita di sofferenza e stanchezza
di lavoro tribolazioni e poche soddisfazioni.

La luna illuminava il suo cammino lento e distratto.

La figura si allontanava piano piano in attesa dell’alba,

L’alba al nuovo giorno tardava ad arrivare
e come solo la solitudine di sa dare, si stringeva nel suo scialle,
svanendo nella nebbia di quel mattino

distratta la figura, perse il suo scialle, e con se il suo fardello della vita.

L’alba spuntò e il sole illuminò il suo viso.

Viso segnato da mille difficoltà, dolore, che la notte aveva portato via.

Rimaneva al suolo solo un scialle………..
colmo di racconti
uno scialle di vita
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1 ottobre 2012 1 01 /10 /ottobre /2012 15:11

 

Non era una giornata come tutte le altre, certo calda come può essere calda una mattina di luglio, e precisamente il 7 di luglio.

 

Quella mattina, mi alzai molto agitata, dovevo organizzare in poco tempo il tuo arrivo, avevo già preparato tutto, ciotola nuova sia per la pappa che per l’acqua, cuccetta nuova , pettorina e guinzaglio, pappe – biscottini – giochi nuovi, insomma tutto era pronto.

 

Ma qualcosa mi rendeva triste, (certo come potevo essere felice, tu entravi in questa casa , dove un tuo fratellino sino venti giorni prima scodinzolava felice), guardavo lo scatolone dove avevo riposto con cura tutti i suoi oggetti da portare in cantina come ricordo , ed è stato a questo punto che non mi sono più sentita sicura, sicura di essere in grado di amarti come avresti meritato; quanti dubbi e paure in un solo momento si sono impossessate della mia mente!!!!!!!!!

Ma era oramai giunta l’ora di partire, salimmo in macchina felici nonostante tutto, ci volle quasi un ora per raggiungerti, e quando arrivammo da te, tutta la paura sparì in un secondo.

 

Non eravamo stati noi a scegliere te, ma fosti stato tu, sdraiandoti in mezzo ai miei piedi a scegliere noi, ti presi in braccio guardai i tuoi occhioni, e tutta la mia tristezza svanì in un attimo.

IMG_2447.JPG

 

 

 

Il tuo nome era già stato deciso ATHOS (colui che è immortale), eri un batuffolo tutto nero, con una macchia bianca sotto il petto, effettivamente avevi solo 3 mesi quando entrasti nella nostra vita.

 

Oggi che sono trascorsi due mesi e mezzo da quel giorno, mi sento e con me tutta la mia famiglia, le persone più fortunate della terra, sei birbante Athos, ne combini una ogni due secondi, non stai mai fermo, il corridoio di casa (è un corridoio lungo 16 metri, che unisce la parte anteriore a quella posteriore dell’entrata ) è diventata la tua pista per correre, cresci a vista d’occhio felice e monello, come possono essere monelli tutti i cuccioli.

 

Certo hai già combinato i tuoi guai, come non ricordare le tue prime uscite in giardino, i fiori recisi dai tuoi dentini, l’erba del prato che sembrava una scacchiera, la tua curiosità nel voler mettere nasino proprio dentro il roseto, così quell’ape cattiva ti ha punto, la nostra corsa dal veterinario nel vedere il tuo naso gonfiarsi ( per fortuna il veterinario ha estratto l’aculeo senza problemi) la pomata da metterti sulla puntura, e tu che volevi a tutti i costi mangiare il tubetto. Insomma una vera peste, senza tralasciare quando hai letteralmente mangiato un calzino, ed anche in questo caso tutto è andato bene, ancora di corsa dal veterinario, il quale ti ha somministrato una soluzione per indurti al vomito.

 

Insomma Athos sei un vero terremoto d’amore, ma giustamente come tutti i cuccioli sei un curiosone, non sappiamo bene quali razze ci siano in te, quello che sappiamo è che la tua mamma è una lupetta, del papà sappiamo che è un cane molto grande nero.

 

Presto hai imparato che si dorme molto meglio sul lettone che nella cuccia, quella serve solo durante il giorno per fare qualche riposino.

 

Ti devo ringraziare piccola peste, hai portato tanta felicità in questa casa, sei sempre pronto a fare e ricevere coccole, con una piccola differenza, le tue a volte lasciano il segno, i tuoi dentini e le tue unghiette lasciano piccoli ricordi sulle nostre mani e braccia, ma ben presto imparerai a essere più delicato.

 

 

Sei forte e sano, sei un monello, sei pestifero ma tutti noi ti amiamo così come sei.


IMG_2487.JPGDedicata a tutti coloro che amano gli animali.

 

 

 

 

 

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3 luglio 2012 2 03 /07 /luglio /2012 07:19

Caro Lucky,

 

Vorrei parlare un po’ di te, e ricordare come sei entrato a far parte della nostra vita.

 

Era un giorno estivo come tanti altri, un caldo afoso insopportabile, ma quella giornata aveva in riserbo qualcosa di speciale.

 

Come non ricordare la tua storia, un piccolo cucciolo di cane da salvare, bisognava fare in fretta salvarti da quei mostri enormi chiamati umani che ti avevano tolto dalla tua mamma, quei mostri che non si sono curati delle tue sofferenze, quei mostri che ti avrebbero anche lasciato morire.

 

Ma il fato quel giorno ci ha fatto incontrare, te piccolo cucciolo nero con due occhioni grandi e tristi, e noi una famiglia normale, ma con una particolarità, rispettosi di ogni essere vivente diverso da noi.

 

E fu così che incominciammo la nostra meravigliosa avventura, in primo luogo dovemmo decidere per il tuo nome, e quale poteva essere se non Lucky.

 

Crescevi a vista d’occhio forte e birichino, non avevi regole, anzi ammettiamolo pure, non abbiamo mai voluto importele, eri bravo di tuo, e non avevi bisogno di alcuna restrizione.

 

Per te non vi era una cuccia per dormire, non l’hai mai volu21539_100817729952749_4135707_n.jpgta, a te bastava un vero letto, fosti te a scegliere di dormire nel letto della bimba , scegliesti da che parte dormire,eri buffo, saltavi su quel lettone , testa sul tuo cuscino, e sino alla mattina da li non ti muovevi.

 

Come non ricordare le magliette dei pigiami distrutte dai tuoi dentini, i bordi di alcune sedie ridotte a colabrodo, ma sapevamo che non era colpa tua, come i cuccioli di uomo anche te avevi bisogno di mordere qualcosa per sopperire al fastidio delle gengive, sapevamo in cuor nostro che avresti potuto combinare qualche danno, ma eravamo altrettanto consapevoli che a questo vi era rimedio.

 

Crescevi forte e sano, donando a tutti noi tanto amore, non chiedevi mai nulla, se non delle semplici carezze e gesti di affetto nei tuoi confronti.

 

Ti ricordi piccolo mio quando pioveva???

 

Non ho mai compreso perché non volevi uscire per il giretto sotto la pioggia, mi guardavi con i tuoi occhioni, come per dire: “hey mamma sei matta, fuori piove, io mi bagno le zampette, non mi mettere la pettorina, non voglio uscire, anzi sai che faccio, corro a nascondermi sotto il lettone così non mi prendi- ed esco solo quando non ce la faccio proprio più a trattenere la pipì”.

 

Aspettavo che tu uscisse da sotto il letto, ti prendevo in braccio, andavamo in giardino sotto il grande pino, e li sicuro di non bagnarti, finalmente facevi i tuoi bisogni, eri ridicolo Lucky, davvero, non abbiamo mai compreso questo tuo gesto, e sinceramente nemmeno il veterinario è mai stato in grado di spiegarcelo.

 

Passava il tempo e tu ti facevi sempre più bello e monello, ma eri il nostro amore, noi ti amavamo così per quello che eri e per tutto l’amore che ci donavi


.
Alla sera eri sempre il primo a saltare sul divano, e logicamente tutta la famiglia doveva trovare posti differenti, anche se tu avevi la tua poltrona, no………. Quella alla sera non la volevi, ti garbava solo di giorno, alla sera avevi il posto in prima fila, benomale che solitamente davanti al televisore in sala ceravamo solo io e papà, altrimenti avremmo dovuto provvedere ad acquistarne un secondo.

 

Come non ricordare le tue birichinate mattutine, quando ci alzavamo per la colazione, tu correvi in cucina, ed oltre alla tua pappa andavi ad elemosinare qualcosa da tutti, un pezetto di fetta biscottata da papà, un biscottino dai bimbi ed infine perché no andava bene anche il mio pezzetto di mela, era un rituale che non cambiava mai, così tutti i giorni dell’anno.

 

Accompagnavi tutti alla porta e li salutavi festoso attendendo il loro rientro, mi seguivi tutti i passi per la casa, sino a quando ti dicevo, ora lucky dobbiamo lavorare, allora ti mettevi sul cuscinone nello studio, e stavi li vicino a me tutta la mattinata.

 

Sarebbero tanti troppi i ricordi da raccontare, grande piccolo cucciolo mio.

 

Con te la sorte non è stata benevola, a solo quattro anni dalla tua nascita, purtroppo un brutto male ti ha portato via da noi in sole 24 ore, senza un avvisaglia senza un sintomo.

 

Oggi è una settimana che hai varcato il ponte dell’arcobaleno, e noi siamo qui a chiederci come sia stato possibile, dove abbiamo sbagliato.

 

Il vuoto che hai lasciato in questa casa è immenso, immenso è il dolore che noi tutti abbiamo nel cuore, spero tanto piccolo cucciolo mio, che ora tu possa correre felice, dicono che nel paradiso dell’arcobaleno, non esistano malattie, li potete correre felici, senza il rischio che nessuno vi possa fare del male.

 

Lucky piccolo amore mio, spero tanto che tu sia felice, e vorrei tanto che da lassù ogni tanto tu possa pensare a noi.

Ti abbiamo amato e rispettato, come tu hai fatto con noi.

 

Non potremo mai dimenticarti hai un posto privilegiato nel nostro cuore.

Un abbraccio e un bacino sulla punta del tuo nasino.

 

Con amore
mamma

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11 marzo 2012 7 11 /03 /marzo /2012 15:15

imare-copia-2.jpg

 

Ero buffa per te,
coi miei capelli lunghi e neri,


con occhi grandi  birichini ti guardavo,

con quel sorriso malandrino sempre pronta

a chiederti sempre......
perché ?????


 e fu così  che  divenni per tutti
ma specialmente per te
la bimba  pestifera dei perché !!!


Tu fanciulla più grande di me
accompagnavi il mio cammino
tenendomi vicino,

 

con amore e tenerezza
seguivi il mio cammino


Tu che hai miei perchè?
hai sempre dato un consiglio


tu che non hai mai lasciato vano ogni
mio richiamo


tu al mio bisogno eri sempre a me vicino


tu che col tuo sguardo illuminavi il mio mattino


Mi bastava un tuo sorriso,

una tua carezza per annullare ogni mia tristezza.


guardavamo  insieme il mare per cercare l'infinito
quella linea che ci univa
come il mare unisce il cielo


cerco ancora l'orizzonte e cerco ancora
l'infinito .......................

 

 ma purtroppo sono sola
non ho te più vicino.

imare

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7 marzo 2012 3 07 /03 /marzo /2012 12:48

 

Scrivere un opinione su un artista completo come Lucio Dalla, richiederebbe pagine e pagine di parole , intrecciate a sentimenti che ogni suo poema ha scaturito e continua a scaturire in quelle persone che l’hanno amato e stimato veramente, ogni sua canzone racchiude un misto tra realtà e fantasia, ed ogni suo poema trova un ampia collocazione di analisi nella vita di ciascuno di noi.

 

COME E' PROFONDO IL MARE - LP CHE LO CONSAGRA COME AUTORE

 

 


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Lucio Dalla scrisse questo testo nel lontano 1977, periodo storico per l’Italia , periodo di violenze politico culturale che ebbe la sua ramificazione anche in ambienti del sociale, quello del ’77 fu un periodo molto nero (dopo i motti del 68), ricordiamo che Bologna in quel periodo visse una delle pagine più dure di quel periodo, difatti durante una manifestazione uno studente di Lotta Continua venne ucciso a morte da un proiettile , sembra che il proiettile sia partito dall'arma di un carabiniere, logicamente non siamo qui per fare ne processi ne altro, ma semplicemente per cercare di capire più profondamente il testo di Dalla, purtroppo i morti in quel periodo furono veramente tanti, a Roma venne ucciso in agente mentre svolgeva il suo pericoloso compito.
Ma ora veniamo al suo LP

 

 

COME E’ PROFONDO IL MARE

Titolo del suo ottavo disco, ma è il primo disco dove Lucio Dalla è l’autore dei testi, ed è proprio grazie a questo famoso LP che entrerà nella storia della musica italiana.


Composto da otto brani

 

Come è profondo il mare


Treno a vela


Il cucciolo Alfredo


Corso Buenos Ayres


Disperato erotico stomp


Quale allegria


E non andar più via


Barcarola


Sono otto poemi di valore e significato completamente diverso, non certo quelli di cui siamo abituati ascoltare spesso per radio, sono poesie, quelle poesie che vanno lette tra le righe, che vanno ascoltate ad occhi chiusi per poterne assaporare appieno il significato e lo stato d’animo del poeta.

 

COME E' PROFONDO IL MARE


Come è profondo il mare: è un mix di significati, certo dobbiamo partire dell’origine dello scritto, quando Dalla scrive questa canzone la situazione italiana non è certo delle migliori, vi sono forti contrapposizioni a livello politico e sociale, si formano gruppi che più o meno a seconda della propria credenza ed appartenenza politica gridano la loro giustizia, senza rendersi conto che in fine chi perde è sempre il più debole (ossia colui che nella lotta giusta o sbagliata perde la propria identità) e cade in fondo al mare, in quella profondità che ti porta nell’oscurità , dove vuoi e puoi pensare liberamente, proprio perché ti trovi nell’abisso , quell’abisso che deve darti la forza e il coraggio di risalire, risalire, risalire, sino al pelo dell’acqua per poi rinascere e ritornare a tuffarti in quelle profondità della tua personalità del tuo intimo.Gli esperti, dichiarano che Dalla in questa canzone si senta come Ulisse che naviga mari, e canta la sua libertà incitando il popolo all’amore e alla liberazione, io ascoltando questo brano da anni, ritengo che Dalla volesse con tutte le sue forze gridare al mondo quanto sia difficile vivere nella indifferenza degli altri, nelle ingiustizie, nella miseria, e come colui che fugge in piena notte nascondendosi tra le auto cerca un riparo sicuro, potrebbe sembrare assurdo, ma il mare nella sua profondità è come un riparo, lontano da tutta l’indifferenza che c’è nel mondo, al riparo dall’odio dell’essere umano verso il diverso, lontano dalla cattiveria.

 


Questo è un brano che rivive le situazioni dei nostri giorni anche se scritto più di 30 anni fa.

 


IL TRENO A VELA



Canzone con testo struggente, che parla di miseria e povertà, racconta la storia dei nostri emigrati che si spostavano in regioni più fortunate alla ricerca di una vita migliore, con al seguito moglie e figli, nella convinzione di trovare per loro un futuro migliore, una condizione sociale, che non fosse fatta solo di miseria.

 

Senza dubbio un bellissimo sogno, che molte persone sono riuscite a realizzare e molte altre no, la frase “se mi faccio picchiare un pochino la darebbe al bambino"?”, quanti emigrati hanno subito ingiustizie in silenzio per poter portare a casa (se una casa la possedevano) una mela per il proprio figlio, e quando arrivava la sera con il suo fardello di paure, si prendevano per mano, nella speranza di un giorno migliore che non fosse fatto di soprusi e paure.

 

La loro casa una stazione, il loro tetto un cielo stellato, con la fame e la paura come compagne di viaggio

 

.

IL CUCCIOLO ALFREDO


E’ un testo che si ricollega sotto molti punti alla canzone “il treno a vela”, anche in questo caso, Lucio Dalla tratta il tema della solitudine, delle difficoltà della vita, usando come esempio il cucciolo Alfredo, pronto a fare festa e a scodinzolare per un sorriso un abbraccio, ma le case tutte uguali i televisori tutti sullo stesso canale, dimostrano ancora una volta l’indifferenza verso l’emarginato, possiamo senza ombra di dubbio dire che questo album di canzoni percorre tematiche sociali, che all’epoca nessun poeta-cantante avrebbe mai pensato di mettere in musica, usando parole e concetti che riletti a distanza di anni, sono ancora molto attuali.

 

In questo caso, leggendo attentamente il testo, si può collegare lo stesso, ad una situazione di disagio per coloro che hanno avuto problemi con la giustizia, per i quali il reinserimento in una vita sociale risulta assai complicato e difficile.

Ognuno di noi, leggendo i testi di Lucio Dalla può dare dei significati diversi , l’autore scrive per un ascoltatore al quale è concesso dirottare le parole e i pensieri su valori magari differenti da quelli reali del autore.

 

 

CORSO BUENOS AYRES


Anche in questa canzone il tassello è pur sempre la povertà, si racconta di un fatto accaduto in Corso Buenos Aires, in quel di Milano, certo corso di benestanti, dove un terrone, così viene definito nella canzone insieme al suo bambino ed a un cane, (pertanto potete notare il ricollegarsi alle canzoni precedenti) rubano per mera fame una scatoletta di tonno un salame ed una banana, cerando gli stessi una via di fuga verso la libertà e lontano dalla fame finiscono proprio in mano alle forze dell’ordine.

Questo poema chiude la prima parte dell’ LP, chi ha ascoltato come me, ma non oggi, ma tempo addietro queste quattro canzoni di seguito, non può che dedurre che si tratti di un opera divisa in quattro atti.

 

La seconda parte dell’ LP cambia completamente tenore, gli argomenti trattati diventano di diversa natura come ad esempio

 

 

DISPERATO EROTICO STOMP


Già il titolo stesso ci introduce in un ambiente completamente differente dal primo, qui si tratta di un pover uomo, che abbandonato dalla sua donna, vaga per le vie di Bologna alla ricerca di sinistri incontri, tra solitudine e angoscia per la sua situazione (sessuale), questa canzone può essere lette in più versioni, chi ci vede un amore non corrisposto, chi ricerca l’amore che non trova in qualcosa di diverso, oppure colui che non si sente parte della classica versione idealizzata dell’amore tra uomo e donna, ma ricerca l’amore nel suo stesso sesso, certo è che anche in questo canzone Lucio Dalla con parole forti ha espresso la sua solitudine nell’amare ; quella solitudine del diverso, cercando tra rime e strofe di portare l’ascoltatore ad un analisi più completa, tralasciando il classico sonetto, riletta a distanza di anni, fa certo ancora uno strano effetto, pensare che in una canzone ci possa essere una chiara richiesta di aiuto e di accettazione per qualcosa che potrebbe per molti essere naturale, ma discriminata dalla società che ha sempre considerato il diverso come un male.

 

 

 

QUALE ALLEGRIA


Testo che rivive la vita fatta di solitudine interiore, maschere di carnevale per nascondere i propri sentimenti ai più curiosi, la voglia il desiderio di avere qualcuno accanto, qualcuno che ti sappia amare per quello che sei, qualcuno che sia capace di ascoltare il tuo respiro, qualcuno da abbracciare, e quando tutto questo svanisce, vorresti tornare bambino, bambino dove ancora l’innocenza regna, dove non ti serve nessuna maschera, dove il tuo io ha la prevalenza sulla ragione, dove puoi ancora fare quello che vuoi, con la consapevolezza che una volta cresciuto tutto questo potrebbe diventare un problema, proprio per l’ignoranza della gente, allora facciamo credere che tutto sia Allegria, ma in fondo quale allegria ………….

 

 

.......E NON ANDAR PIU’ VIA


Anche questo testo può essere letto in due chiavi, la prima riferita al periodo di lotte del 1977, quando molti giovani credevano nei loro ideali e cercavano di urlarli alla piazza, in alcuni casi, non sempre ascoltati, in altri casi con attacchi allo Stato, insomma chi ha vissuto quel periodo non può certo dimenticare quando le canzoni di Lucio Dalla venivano cantate a squarciagola nelle manifestazioni.

 

La seconda chiave di lettura, è riferita alla ricerca di qualcosa in cui credere, per chi ha fede la ricerca costante del credere, per coloro che la fede l’hanno persa, una ricerca di voler ad ogni costo credere in un Dio che non riconoscono che non trovano.

 

BARCAROLA

Ultima canzon

e di questo strepitoso LP, la quale racchiude il significato di ogni canzone come fosse un riassunto di una vita intera, dove la ricerca della libertà dell’uguaglianza e della dignità umana, sembra quasi sprofondata in quel mare profondo, ma nello stesso tempo c’è la voglia di rinascita di riconquistare il proprio posto in una società , dove non puoi e non vuoi essere solo un numero.

 

 

"Considerazione personale"

 

Caro amico, oggi sono io che ti scrivo, ma non per distrarmi un po’, oggi che sei nei mari più azzurri, oggi che vivi nella pienezza dell’amore, ti chiedo un favore:

cercala se puoi
dille che non mi perda mai
va' per le strade e tra la gente
diglielo veramente

Io i miei occhi dai suoi occhi
Non li staccherei mai
E adesso anzi me li mangio
Tanto tu non lo sai
Occhi di mare senza scogli
Il mare sbatte su di me
Che ho sempre fatto solo sbagli
Ma uno sbaglio che cos'è

Stare lontano da lei non si vive
Stare senza di lei mi uccide
E come lacrime la pioggia
Mi ricorda la tua faccia
Io la vedo in ogni goccia
Che mi cade sulla giacca

Stare lontano da lei non si vive
Stare senza di lei mi uccide

 

 

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Diglielo se puoi, un giorno ci ritroveremo ne sono certa, magari insieme noi tre, balleremo e canteremo Attenti al lupo.

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